Care amiche, amici, ecco un altro pensiero stupendo, dispensatoci dal nostro amico “dall’animo gentile”.
Questa volta il pensiero che ci dispensa è profondo e filosofico.
Dobbiamo riflettere e porci una domanda.
Che vogliamo che ne sia di noi?, impariamo a rispettarci prima di tutto e poi, a rispettare?.
Forse da qui possiamo ripartire più consapevoli che mai.
Buona lettura e, baci, baci by Pepper.
“Altra domenica in giardino.
Accanto a me Daphne muove le zampe a scatti, impegnata in un atletico sogno canino mentre le fusa di Baguette si armonizzano al mio respiro.
Settimana televisiva lunga, a tratti grossolana e grottesca.
Tutti dicono tutto.
Guerra, nemico, combattere, vincere, parole ripetute, forse troppo.
La realtà è che, lanciati vorticosamente sul panno delle nostre esistenze come palle da biliardo, ci siamo accorti di essere i birilli, in una prima linea che non ha retrovie, esposti alle traiettorie del fato.
Mi rendo conto sempre più che siamo quelli di cui ridiamo se raccontati da un buon comico.
Le contraddizioni le cerchiamo nella natura e non in noi stessi, principi dell’incoerenza.
Poi, fuggiamo dalle nebbie padane per decantare le brumose atmosfere londinesi.
Viviamo freneticamente le nostre vite in camere d’albergo nell’attesa di una rassicurante chiamata da casa, siamo quelli dello scatto, però ci manca il fiato.
Siamo meravigliosamente unici e soffriamo la nostra unicità come un limite riproducendoci in un alterata grafica di noi stessi.
Adattabilissimi ci infiliamo dappertutto, come il Coronavirus che tanto temiamo, marinando lezioni che, belle o brutte che siano, sono sempre chiare.
Poi, quando le verità arrivano all’improvviso le definiamo brutali, anche nei sentimenti.
La natura non ci è nemica, è una splendida, accogliente, comprensiva partner.
Forse siamo noi ad essere pessimi amatori.
Rendercene conto da fastidio.
Crescere, consapevolezza, valori.
Queste le belle parole del presente, e del futuro?, nemmeno EROI.
Spesso li definiamo così per assolvere noi stessi ponendoli su un piano diverso.
La realtà è che le consumistiche medaglie con cui ci fregiamo sono solo patacche e loro solo Uomini, con la U maiuscola, consapevoli, con un senso di responsabilità esteso non solo a se stessi ed ai propri cari ma all’intera razza umana.
Non combattono battaglie, ci offrono con generosità il loro bene più prezioso, la loro dignità di Uomini, che coincide, o dovrebbe, con la vita.
Se non comprendiamo tutto ciò sarà veramente una guerra.
Vinta o persa che sia, poco importa, perché nelle guerre, così come in amore, spesso vincere significa perdere”.