Care amiche, amici eccoci arrivata un’altra riflessione dal nostro amico “dall’animo gentile”.
Questa volta va a toccare il profondo, il non detto, il non.
La verità, la sincerità, la bontà, e tutto ciò che finisce con l’accento sulla A, fa paura, fa male, ed è difficile da accettare e quindi, spesso, per non dire sempre, in molti prevale l’ipocrisia, la falsità.
Pensateci!, è molto più facile e costa meno fatica.
Se ne avete voglia andate a dare un’occhiata al nostro blog e cominciate a leggere le nostre “storie infinite”, è una triste storia di una verità che detta, perché richiesta, ha sortito un esplosione peggio dell’atomica.
Vi lascio ora a questa profonda lettura, e come già detto altre volte, aspettiamo anche i vostri pensieri stupendi, per condividere con voi.
Baci, baci by Pepper.
“Giovedì telefonata burrascosa con un amico.
Tono, parole, tutto oltremisura.
Alla sera, ero dispiaciuto ma non più di tanto.
Una volta abbandonata forzatamente e per fortuna assai raramente la strada del garbo, metto tutto me stesso anche nei confronti accesi.
Discutere animatamente non sarà positivo ma porta in se, nel conflitto, il riconoscimento dell’interlocutore, è un offerta, anche se poco educata, comunque sincera, di una parte di se, anche se non la migliore.
Apprezzo comunque gli aromi persistenti, nel cibo e nelle emozioni, non roba che la butti giù e…puff, svanita.
Sono cresciuto nella convinzione che il contrario di sincerità non sia la falsità ma l’ambiguità.
Non condivido la menzogna ma disprezzo l’ambiguità.
Non occorre essere dei” profiler” per comprendere, alla lunga, cosa ti stia dicendo in realtà chi ti mente, ma i silenzi, il non rispondere a tono, diventano coltellate ricoperte di glassa, vernice che spalmiamo su noi stessi, tossica, letale per i nostri rapporti.
Utile solo a nascondere prima l’ammaloramento, poi il marcio, finché la struttura del rapporto cede.
Voglio sapere chi mi odia e chi mi ama, anche se lo fa a morsi e non a carezze.
Per non controbattere o infilarci in una discussione accesa combattiamo guerre d’attesa immagazzinando munizioni verbali che alla fine useremo solo contro noi stessi.
Oggi sono in giardino a buttar giù questi pensieri.
Ieri ci siamo risentiti, superando toni e parole di troppo, concentrati sul contenuto, sui messaggi e ci siamo salutati serenamente l’uno un poco più dentro all’altro.
Con un pensiero comune.
Qualche volta per non dare un calcio ad una porta restiamo dall’altra parte, perdendoci un mondo con le sue bellezze, brutture, comunque degno di essere esplorato.
Penso che se fossi rifuggito dalle discussioni accese non avrei conosciuto o frequentato persone di valore, impegnati e passionarie di talento, che ti regalano sempre qualcosa ma quando è il momento ti mandano affan…”.
Foto @massacamillo