Eccomi di nuovo a voi amiche care, sono la Cenerentola della storia infinita, eh si proprio infinita questa storia e proprio Cenerentola, io.
Eravamo rimaste al mio rientro dalla città più romantica d’Italia e all’attesa del nuovo incontro con il “principe” dei miei sogni.
Le mie giornate erano ormai scandite dal pensiero persistente e finalizzato solo al successivo incontro.
Permeava la mia mente in continuo, il mio cuore sobbalzava ad ogni squillo del mio telefono, a ogni notifica di messaggio che mi arrivava.
Ero totalmente prigioniera della mia mente.
Il mio cuore batteva velocemente, come impazzito.
Non ero per nulla normale ma, la cosa più incredibile e di cui mi rendevo conto ma ne ero come paralizzata è che fossi totalmente incapace a gestire questo “immenso” sentimento che provavo.
Le giornate a fatica quindi passavano e io anelavo l’arrivo del fatidico weekend in cui ci saremmo rivisti.
Ricordo un giorno in cui transitavo dalle sue parti e lo chiamai per renderlo partecipe del mio viaggio e del fatto che di lì a poco sarei passata dal “paese” dove viveva la sua mamma e i suoi fratelli.
Ricordo che lui, entusiasta come un bambino che ha un nuovo amico che vuole far conoscere, che vuole mettere in mostra, mi disse con un’ingenuità e una naturalezza disarmante: “perché non passi a salutarla?, dille che sei una mia cara amica, dille che ti ho detto io di passare, sono sicuro che le farai piacere”.
Sorridevo, ero lusingata, ero forse la luce di speranza sul suo travagliato cammino!.
Sapevo di essere lo spiraglio di gioia della sua vita ma il nemico era in agguato.
Non ho mai capito se lui fosse il nemico di sé stesso, oppure se lui fosse succube del nemico che era dentro sé stesso.
La sola cosa che so ora è che io ero la sua vittima sacrificale: il suo orgoglio, il suo narcisismo, il suo ego smisurato l’hanno portato ad ammazzarmi senza neppure guardarmi in faccia, ma semplicemente accoltellandomi alle spalle.
Di questo però ne parleremo più avanti, ora voglio raccontarvi la parte bella della storia infinita, la parte delle emozioni, dei sentimenti e forse, anche dell’amore.
Quando racconto la storia alle mie amiche, loro mi rimproverano perché mi dicono che i segnali erano chiari e che la colpa è solo mia, che non ho voluto ascoltare.
Io sono invece sicura che nel profondo del suo cuore, anche lui era innamorato di me.
Alcune vibrazioni si percepiscono solo se si vivono, sono vibrazioni di gestualità, atteggiamenti, sensazioni trasmesse dal linguaggio del corpo, dagli atteggiamenti nei confronti dell’altro che ti sta accanto, ma che si vivono solo in prima persona e sul campo.
Comunque rientriamo nella storia, nella mia favola.
La mia gioia trapelava da tutti i pori, avevo finalmente trovato l’uomo che mi completava.
Avevamo un sacco di interessi in comune oltre al lavoro.
Ma soprattutto passavamo tanto, tanto tempo a raccontarci, ad ascoltarci, a sussurrarci parole e cose a metà.
Ero ritornata improvvisamente adolescente con lui e lui, adolescente con me.
Ricordo ancora il giorno che al casello autostradale di Verona, il casellante mi guardò negli occhi e mi disse: i suoi occhi sprizzano di gioia, lei deve essere veramente felice!.
Rimasi basita, uno sconosciuto se ne era accorto, io ero veramente felice.
Bene care amiche per oggi mi fermerei qui, vorrei meditare con voi su questi punti e sapere che ne pensate.
Ma le sensazioni secondo voi, fuorviano la realtà?.
Baci, baci Pepper.