Eccomi di nuovo a voi, con un altro “pensiero stupendo” sempre instillatomi dal nostro amico “maschio alfa” dall’animo gentile che voglio nuovamente condividere con voi.
Questa volta ci aiuta ad entrare in noi stessi, ad analizzarci e ad osservare meglio ciò che ci circonda.
Leggete le sue parole, sono profonde e sagge.
“Altra settimana pesante.
Ma non sterile.
Prende lentamente forma, sotto una pesante cappa di paura e di angoscia, una sconosciuta forma di eccitazione data dal combattere, senza armi, con piccoli gesti, una battaglia per noi stessi, i nostri cari, gli sconosciuti.
La malattia sta mettendo in scena i suoi pezzi forti, gioca le sue carte migliori.
Tocca risponderle a tono.
Non ci caccerà nel mondo del c’era una volta, quello lo lasciamo alle fiabe, oltretutto, non credo mi toccherebbe il ruolo del principe azzurro.
Ma, intanto, questa minuscola e micidiale geometria che pare uscita da un film Disney, mi si sta rivelando protagonista di un serial horror sta aprendo a noi, uomini comuni, le porte della storia.
Quella vera, quella fatta non solo di battaglie o di invenzioni, quella costruita da sempre dalle persone con le loro azioni quotidiane, le loro abitudini.
La storia finisce prima o poi sempre nelle nostre case.
Lo scriveva Bill Bryton ricordandoci anche che, qualsiasi cosa sia stata inventata, creata o disputata finisce prima o poi lì, in quel piccolo universo.
La perfida bestiolina, sfera si ma non del nostro futuro, ci ha restituito lo scettro di signori di questo universo i cui confini, angoli, anfratti, monarchi disattenti, gestori distratti, avevamo lasciato a sé stessi.
Ora fuori c’è il deserto, dentro, noi stessi.
Stiamo imparando con fatica a conoscere il nostro Io, a non temerlo, a non sottovalutarlo.
Sostiamo nelle nostre case e, finalmente, nelle nostre vite.
Noi, che in quelle siamo sempre in transito, distratti turisti che si fanno prendere alla sprovvista anche dai loro compleanni.
Quando torneremo a parlarci, semplicemente parlarci, senza griglie tecnologiche che si intromettano tra noi, lo faremo con consapevolezze nuove, ingrassati non tanto fisicamente ma, nelle nostre emozioni, nei nostri sentimenti.
Le geometrie della natura sono anche bellezza ed insegnamento.
Allora mi sentivo eterno, ora non più.
Spero solo che la miccia sia ancora lunga, perché l’ho ricoperta di speranze e di gioie che non ho ancora vissuto”.
Belli i pensieri ad alta voce.
Baci, baci Pepper. Foto @massacamillo