Ed allora, in un contesto surreale come questo in cui tutti i canali nazionali di informazione non fanno che rimandare scenari apocalittici di città isolate e deserte, con supermercati presi d’assalto, lo spettro del contagio, della morte ci rende più sensibili, attenti a tutto ciò che paradossalmente diamo sempre per scontato: la vita stessa, nuda e cruda.
Respirare, mangiare, bere, parlare, ridere, amare.
LUSSI.
I veri lussi sono questi verbi su cui non ci soffermiamo mai abbastanza e, sono convinta che d’ora in poi, avremo più rispetto e consapevolezza verso altri scenari mondiali in cui fame e guerra la fanno da padroni minacciando, deturpando e distruggendo la vita ogni istante.
Ora che il nostro orticello, bello, fiorito è stato infettato dal virus purulento, la nostra cartina tornasole è la fragilità umana.
Ebbene, se siamo partiti con i bilanci di “gennaio mon amour “ a meno di due mesi di distanza siamo obbligati non solo a farne altri ma a ridimensionare il superfluo capendo che la vita stessa senza orpelli è il vero lusso da rispettare, proteggere e godere.
E non è retorica.
Siamo fragili come carta di fronte a tali calamità, impotenti di fronte ai poteri forti, a virus usciti per sbaglio o per volontà da laboratori per chissà quali oscuri disegni, alla “matrix “che usa uomini, nazioni affamandoli e distruggendoli con guerre e carestie per brama di dominio ed interessi economici.
Ed ora che per qualche altro strano gioco ci siamo finiti PALESEMENTE in mezzo pure noi: paesi civilizzati, forti ma inermi di fronte a bacilli ingovernabili, ridimensioniamoci, un passo indietro, sguardo umile e ringraziamo perché ci sono tantissimi motivi per farlo e, godiamocela questa vita con tanta, tanta gentilezza.